Con questa frase si afferma che, per arrivare alla comprensione della frase: “che non ce senso nella vita se tutto finisce con la morte”, bisogna passare attraverso l’esperienza e la meditazione e non tramite un insegnamento solo teorico.
Probabilmente per arrivare ad una tale comprensione è necessario intraprendere i passi su cui Silo ci ha invitato a meditare fino a qui.
Non c’è senso nella vita se tutto finisce con la morte: questo è il primo passo nella decisione di intraprendere un cammino; se affermo internamente questa frase, può essere l’inizio verso l’esperienza della trascendenza.
Stare con questa comprensione mi apre il futuro, e percepisco un registro di unità interna che ci da direzione nella vita.
A volte mi accorgo come questa frase non sia per me una comprensione profonda, rimanendo ad un livellosoltanto mentale e faticando nel farla scendere. Non la percepisco come una emozione ne come come esperienza o fede.
Credo sia un un atto che ha a che vedere con il lasciare andare.
Fin da piccolo cresco con una educazione che mi porta a non credere alla mia parte spirituale, ma se questa affermazione non fosse presente in qualche forma in me, allora non sarei nemmeno qua.
(Anita, Donatella, Emanuela, Alessandro)
Tutto ciò che faccio, sento e penso non dipende da me
Io sono l’universo intero, ed è l’universo che che mi muove, sono parte di quello, della sua forza. Tutti i condizionamenti e le sovrastrutture non sono ‘me’, sono ciò che hanno fatto di me.
Questo paragrafo mi connette con la potenza dell’ambiente in cui siamo immersi, mi sembra importante riconoscere questo limite e prenderne atto per non essere ingenui: l’ambiente è molto più forte di noi.
Certo credo anche che esista qualcosa su cui possiamo influire… ma in definitiva quanto ti devi impegnare per cambiare davvero e profondamente se ‘tutto ciò che fai non dipende da te’?
Molto dipende dal valore che do a ciò che faccio o penso. Per esempio, al lavoro niente dipende da me, mentre le cose che ritengo più importanti sento che dipendono da me più di altre.
Questa frase mi alleggerisce, perchè se da un lato sono meno ‘libera’, dall’altro mi toglie responsabilità, senso del dovere, aspettativa e colpa a partire dal fatto che molte cose non dipendono da me. E’ una sorta di assoluzione.
Se “Tutto ciò che faccio, sento e penso non dipende da me” allora mi chiedo, io chi sono? In definitiva, io non posso fare altro che confrontarmi con questo mondo, e se partire da questa realtà non posso cambiare, forse lo posso fare a partire da ‘un’altra realtà’… Forse l’unica via che abbiamo è approfondire e meditare.
Ogni cosa che faccio a partire da questa realtà, da questo livello, anche la più evoluta, non dipende da me ma dall’educazione, dai miei valori, dall’ambiente, dalle persone che ho incontrato sul mio cammino. Questo mi toglie il respiro. Non esistono scelte libere.
Ma c’è un luogo dove non c’è più il ‘me’, dove non ci sono condizionamenti né compensazioni, il luogo del ‘noi’ e li hai la sensazione che esistono altre possibilità e forse lì, e solo lì, puoi scegliere!
Quando intuisci dei segni o segnali che vengono da un altro piano, finalmente respiri libertà e lì senti che qualcosa dipende da te.
Il registro di ‘resistenza e fatica ad ogni passo’ mi dice che ‘sto scegliendo’, quando tutto viene bene e tutto è facile non sto scegliendo. Mi sto adeguando. Al contrario, ogni volta che ho l’opportunità di scegliere davvero, vado verso l’evoluzione, verso il superamente del corpo fisico e verso il superamento della morte.
(Anita, Emanuela, Alessandro, Donatella, Laura, Sandra)